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un’idea della configurazione dei luoghi e può manifestarla con disegni o schizzi. Ma non bisogna pretendere mai lavori perfetti, perchè, per farne, bisogna aver dedicato al disegno cartografico lunghi e pazienti esercizi e molto tempo, e di questo non mi pare che ne abbiano disponibile gli alunni delle scuole normali. Nè tutta la geografia, e la parte più importante di essa, sta negli schizzi e negli esercizî cartografici.

Se intanto non v’è nulla da osservare sul programma di geografia, v’è da dire parecchie cose su quello di matematica e di scienze fisiche, naturali, ecc. Si è prescritto per le scuole normali il calcolo algebrico e letterale (anche prima dello svolgimento del programma di aritmetica e di geometria); ma non è facile vedere a che cosa esso possa servire per le giovani alunne, che saranno, in massima parte, maestre o madri di famiglia. Tale calcolo è utile alla risoluzione dei problemi algebrici, come quelli delle equazioni di primo grado; ma sono forse questi i problemi che si devono abituare a risolvere le donne o non piuttosto quelli dell’amministrazione e dell’economia domestica?

Qualcuno potrà osservare che la risoluzione dei problemi algebrici educa la mente abituandola a riflettere e a ragionare. Ma si forma solo in tal modo l’abitudine alla riflessione e al ragionamento. A questo scopo possono servir bene, e forse meglio dell’algebra, gli altri insegnamenti, specie quelli della lingua, del comporre, della storia, ecc.

Nè è facile vedere a che possano servire per le donne le estese nozioni geometriche, che s’impartiscono nella scuola normale. A leggere il programma pare che si debba trattare di brevi e facili nozioni, ma dai