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giovano ad intendere la storia della civiltà e dell’educazione umana e a comprendere le opere d’arte che si riferiscono a quei tempi, come monumenti, quadri, statue, lavori letterari. E per far cosa utile si potrebbe aggiungere al programma, in sostituzione del fatti superflui o inutili, la storia delle invenzioni e delle scoperte, la quale è sempre interessante e spesso eroica, fortifica l’animo e lo riempie d’ammirazione per i grandi a cui dobbiamo il progresso scientifico moderno.
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Del programma di geografia non si può dire che bene, ma è da augurarsi che le savie istruzioni che li accompagnano siano pienamente attuate dagl’insegnanti, i quali spesso esagerano nel volere dagli scolari cose diverse e meno importanti di quelle prescritte. Ho conosciuto una volta un professore che pretendeva dagli alunni una perfezione impossibile negli schizzi e nelle carte geografiche, e agli esami finali bocciava bruscamente e inesorabilmente quelli che non sapevano disegnare bene alla lavagna le contrade, fra le meno importanti e le meno conosciute, da lui indicate, anche se avessero sbagliato solo nel tracciare il corso di un fiume.
Si sa, gli esercizî cartografici giovano molto a fissare nella mente degli alunni i luoghi che si studiano, e gli schizzi che si pretendono dai candidati negli esami servono a vedere se essi hanno un concetto esatto delle varie regioni della terra, ciò che non è fuori del possibile, perchè chi ha bene studiato sulle carte geografiche una contrada, si è formata nella mente