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gioventù, ecc., non v’è tempo di parlare in modo da darne un’idea esatta.
Dando un’occhiata ai libri di storia che si adottano nella scuola normale, si vedrà chiaramente che si obbligano le alunne ad apprendere date, nomi e fatti che a nulla giovano, e che la storia dell’umano incivilimento, la quale deve illuminare il maestro nella sua missione educativa, viene trascurata per mancanza di tempo; e spesso avviene che egli rimane a bocca aperta alla vista d’un monumento o di altra opera d’arte dell’antichità.
Per le scuole femminili, è necessario poi restringere la storia dell’umano incivilimento in limiti più ristretti delle scuole maschili, per potervi aggiungere le notizie necessarie riguardo alle condizioni della donna presso i diversi popoli e alla sua influenza sulla loro civiltà e sulle istituzioni sociali.
Non bisogna mai dimenticare che lo studio della storia, nella scuola normale, ha un fine educativo, e a questo bisogna subordinare i fatti da farsi apprendere alle alunne. Le cose non importanti o superflue o troppo minute non servono a chi nella vita non deve fare della conoscenza della storia la sua professione, e ciò che non serve a un determinato fine e non alletta la mente, produce noia e stanchezza.
Da ciò dipende che molti fatti storici si dimenticano appena superati gli esami. Chi, compiuti gli studi normali, si ricorda più delle vicende politiche dei Fenici, del Medi, dei Persiani e degli altri popoli dell’antichità? A che la fatica di apprendere tanti nomi e tante date? Sarebbe meglio quindi limitare lo studio della storia di quei popoli ai fatti più importanti, che