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a sapere di più intorno alla nostra letteratura, leggendo o studiando da sè, anche dopo aver conseguito la brava licenza? Per me ritengo che, in un anno scolastico, non si possa fare in nessuna scuola secondaria lo studio completo, con le illustrazioni e i commenti necessari, di un’intera opera importante di un autore classico, dato il tempo disponibile all’insegnante, il quale non deve trascurare di assicurarsi se gli alunni abbiano ben compreso quello che si legge o si commenta e di esercitarli a gustare le bellezze della lingua e a ben comporre con la propria testa.

Perciò nella scuola si dovrebbero leggere e commentare solo i migliori passi delle maggiori opere dei nostri classici, e dare di esse notizie sommarie, eccitando i giovani a studiarle a casa e chiedendo loro conto in iscuola delle letture fatte da sè. Insomma con le letture in iscuola l’insegnante dovrebbe formare negli alunni il gusto estetico-educativo della lingua; con quelle in casa guidarli a formarsi una coltura letteraria.

Dando uno sguardo al programma di storia ne appare subito la bontà. Nella scuola complementare e nella scuola tecnica — dicono le rispettive istruzioni — «gli alunni hanno imparato i fatti della storia nazionale, nel corso normale impareranno le idee, che informano la storia della civiltà. La storia del popolo italiano, inquadrata nella storia degli altri popoli del mondo civile, studiata al confronto delle vicende e della civiltà loro e, oltrechè nelle guerre e nelle paci o nelle altre azioni esteriori più evidenti degli uomini

     3 - Aliani, L'educazione della Donna ai tempi nostri.