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si fortificano. E di nobili e generose azioni e di fatti eroici è ben ricca la storia della nostra patria; nè sono rari gli esempi di donne che si sono sacrificate per l’amor di patria e per il bene pubblico, benchè il programma di storia del quale ci occupiamo non accenni neppure all’influenza dell’opera educativa della donna sui costumi dei popoli italiani, sull’ordinamento dei vari governi, sul sorgere o sul decadere delle istituzioni civili, ecc.

Forse il compilatore del programma di storia della scuola complementare pensò che è bene lasciare all’insegnante la scelta dei fatti educativi a cui ho accennato, benchè abbia indicato in modo particolareggiato i fatti notevoli che debbono essere oggetto d’insegnamento; ma dai libri di testo, che generalmente si adottano, si vede se siano veramente educativi per le giovinette tutt’i fatti storici che si narrano e si fanno studiare nelle classi complementari.

Ho davanti a me, mentre scrivo questa pagina, alcuni dei testi più in uso, e se dovessi far la critica ai fatti in essi narrati, dovrei dire cose molto amare per chi li ha compilati. Basti notare che in tali libri si fa perfino menzione di fatti antieducativi, come quelli riguardanti i turpi costumi di Giovanna I e Giovanna II di Napoli, che professori e professoresse fanno, senza sano criterio, apprendere alle proprie alunne.

Ahimè! l’arte didattica e educativa degl’insegnanti delle scuole secondarie, in genere, non è spesso pari all’altezza della loro coltura; e ciò deriva principalmente dalla mancanza di studi pedagogici, i quali, nelle nostre Università, sono obbligatori solo per gli studenti di filosofia. L’arte della scuola è così difficile