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le antologie da adoperarsi nella scuola complementare, oltre a giovare allo studio della lingua e dello stile, a educare il raziocinio, l’immaginazione, il gusto, ecc., servissero anche all’educazione particolare del cuore della donna.

Nelle istruzioni che precedono il programma di storia si prescrive semplicemente che «le alunne devono, nel corso di tre anni, acquistare conoscenza sicura, esatta, ordinata dei fatti più notevoli attraverso ai quali si è svolta la vita della nazione italiana dei tempi più remoti ai giorni nostri: questo risultato e non altro deve proporsi l’insegnante». E il fine educativo dell’insegnamento della storia, il cui studio deve rendere sempre più intenso l’amor di patria e il sentimento del proprio dovere per il bene pubblico? E la particolare e assennata scelta dei fatti da narrare nella scuola femminile, perchè tale fine educativo sia in armonia con la speciale missione della donna?

Io credo, sì, che le alunne della scuola complementare debbano acquistare conoscenza sicura, esatta, ordinata dei fatti più notevoli della storia italiana dai tempi più remoti ai giorni nostri; ma credo pure che per fatti più notevoli devonsi intendere gli avvenimenti più importanti che hanno avuto influenza sulla vita della nazione e sull’ordinamento politico di essa, e quelli che hanno un particolare carattere educativo per il fine sopra indicato, come sono specialmente le nobili e generose azioni e gli episodi eroici, che influiscono beneficamente nella formazione del carattere morale. Al racconto di tali fatti gli animi s’infiammano, i coraggiosi vorrebbero mettersi alla prova e i timidi