Pagina:Giuseppe Aliani, Educazione della donne 1922.djvu/29


— 23 —


Ma ciò che io avrei desiderato trovare nell’articolo di legge che fissa materie d’insegnamento per la scuola complementare, cioè il particolare indirizzo educativo dell’istruzione da impartirsi alle giovinette che la frequentano, perchè fosse come una solenne affermazione d’un alto principio pedagogico, a cui tutti avrebbero dovuto inchinarsi, non manca nelle istruzioni che accompagnano i vigenti programmi didattici del 1897 per la scuola medesima. Occorrerebbe soltanto che se ne facesse obbligatoriamente l’applicazione in ogni materia d’insegnamento.

Infatti, nelle brevi istruzioni che precedono il programma di lingua italiana è detto saggiamente che le letture da farsi dalle alunne, a scuola e a casa, debbono essere illustrate dall’insegnante in maniera che giovino anche all’educazione del sentimento. È detto pure che le prose e le poesie da far studiare a memoria debbono essere adatte a formare il gusto e a migliorare il cuore, e i temi dei componimenti convenienti a scuola femminile.

Ma qual è l’applicazione che si fa nelle classi complementari della prima di queste tre raccomandazioni? Generalmente parlando, si ordina alle alunne la lettura di antologie che non giovano menomamente all’educazione particolare dei sentimenti da coltivarsi a preferenza nell’animo della donna, e se ne cambia l’autore con grande facilità da un anno all’altro, senza avere nessun riguardo alla spesa che si fa sostenere alle famiglie.1 Io credo che sarebbe bene prescrivere che

  1. Un mio amico che aveva una figliuola alla scuola complementare, fu obbligato a comprare per essa tre antologie diverse: quella del Rinaldi il 1° anno, quella del Mestica il 2°, e quella del Casini il 3°.