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gli studî normali. Perciò la scuola complementare ha carattere proprio e può essere molto utile all’educazione della donna.
Il suo fine è di completare l’istruzione che le giovinette hanno ricevuto nelle scuole elementari e di dar loro una coltura sufficiente per gli uffici a cui la donna potrà dedicarsi nella famiglia o nell’amministrazione domestica e privata; ma potrebbe anche avere, come scuola femminile, un particolare carattere educativo.
Certamente l’istruzione che s’impartisce nella scuola ha per iscopo la coltura della mente ed è per sè stessa educativa. «La mente più è illuminata e più comprende l’utilità del vivere onesto e del retto operare»; più è atta a formare nell’individuo convinzioni profonde, che destano forti sentimenti e dalle quali derivano il forte e costante volere, che genera il carattere; più è atta con la ragione a dirigere i sentimenti, a regolare la condotta morale e a frenare le emozioni pericolose. La coltura scientifica poi eleva i sentimenti e migliora l’animo, e, per le donne specialmente, è di grande importanza, perchè esse, per l’ambiente in cui vivono e per l’indole naturale arrendevole, aprono facilmente l’animo a ogni sorta di pregiudizî.1
Ma per le donne la coltura della mente potrebbe essere ancora più educativa, se in ogni insegnamento si avesse di mira la particolare missione che esse devono compiere nella famiglia e nella società. Perciò mi pare che sarebbe stato utile che la legge, fissando le materie di studio per la scuola complemen-
- ↑ Veggasi il mio libro L’educazione morale, innanzi citato, pag. 73.