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che aveva adottato per le sue alunne di 5° classe il Cuore di Edmondo De Amicis, dei libri del quale era ammiratrice, quando s’accorse che non le dava le desiderate occasioni per fecondare certi sentimenti importanti per l’educazione delle fanciulle. Allora, riflettendo che l’autore aveva destinato il suo libro ai ragazzi, lo sostituì con un altro, scritto appositamente per le ragazze.

Per me, credo che, anche per le letture da farsi in famiglia, bisognerebbe consigliare libri differenti per maschi e per femmine; poiché, se è vero che vi sono letture che possono tornare egualmente istruttive ed educative ai due sessi, è vero altresì che il particolare fine istruttivo e educativo da raggiungersi non è lo stesso per i maschi e per le femmine. Quando l’istruzione non è saviamente diretta a educare la mente e l’animo degli alunni, secondo lo scopo di ciascuna scuola, l’opera dell’insegnante non può avere tutta l’efficacia educativa.

La scuola complementare.

Suo fine. — Necessità di aver di mira in ogni insegnamento la particolare missione della donna. — La scuola e l’educazione morale della donna. — Esame dei programmi didattici vigenti. — Modificazione e raccomandazioni necessarie. — I lavori donneschi.

La scuola complementare ebbe vita legale dalla legge 12 luglio 1896 e sostituì la vecchia scuola preparatoria alla scuola normale femminile; ma il legislatore le volle dare anche vita indipendente, facendone «una scuola di coltura generale adatta alle giovinette», ciò che nulla toglie alla necessaria preparazione per