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tuarle a comporre con la propria testa e ad educarne veramente l’animo. Perciò i temi debbono ora esercitare ad osservare, riflettere e ragionare, ora coltivare l’immaginazione, ed ora, anzi spesso, sempre, destare buoni sentimenti.

Anche i quesiti che si dànno a risolvere alle alunne delle scuole elementari non hanno sempre di mira la vita pratica, l’economia domestica e le speciali occupazioni delle donne. Eppure bisogna saper trar partito da ogni insegnamento per educare con efficacia, secondo la particolare natura delle fanciulle e le loro attitudini di mente e di animo.

Ma chi dà la giusta importanza a queste cose? E non è raro il caso che si adottino nelle scuole femminili gli stessi libri di lettura delle scuole maschili, mentre essi, fra gli altri pregi, debbono avere quello importantissimo di rispecchiare le buone abitudini e i buoni sentimenti dei ragazzi e di svilupparli maggiormente. Le abitudini dei fanciulli non sono tutte simili a quelle delle fanciulle, come non ne sono simili tutt’i sentimenti, e gli uni e gli altri debbono essere educati, dalla adolescenza, secondo la speciale missione dell’uomo e della donna; e poiché il libro di lettura deve ritrarre la vita dei fanciulli, cui è destinato, e l’ambiente in cui vivono, per dare all’insegnante occasioni propizie per educarli e istruirli e formare la loro esperienza per la vita, è chiaro che lo stesso libro non può servire utilmente per maschi e femmine almeno nelle classi del corso popolare.

Un ottimo libro per le scuole maschili può essere un libro mediocrissimo per le femminili; e ricordo sempre la disillusione provata da una brava maestra,