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per l’educazione della donna, è ancora insufficiente per la risoluzione del grave problema. «Il governare — dice il Tommaseo — è una grande educazione»; e bisogna migliorare, perfezionare, completare le scuole e gl’istituti femminili, esistenti e curare che il loro indirizzo educativo corrisponda completamente alla missione che la donna deve compiere nella famiglia e nella società. E per esprimere su questo proposito chiaramente il mio pensiero, riassumerò in quest’ultimo capitolo molte cose dette in quelli precedenti e dirò tutto ciò che, a parer mio, dovrebbe fare tra noi lo Stato per compiere il suo dovere riguardo all’educazione della donna.

Prima di tutto è necessario indirizzare la scuola elementare femminile al fine di preparare per tempo buone donne per la famiglia e per la patria, con una savia riforma dei programmi d’insegnamento, della quale abbiamo già parlato e con l’accrescimento della durata dell’istruzione obbligatoria.

Questa cessa, come tutti sanno, al dodicesimo anno; e fino a quell’età quale educazione efficace per la vita può dare alle fanciulle del popolo la scuola elementare? È necessario quindi accrescerne la durata e farla seguire anche da una scuola complementare festiva per le giovanette, alla scopo, non solo di continuare e ampliare l’istruzione da esse ricevuta nel corso elementare diurna, insegnando loro, per esempio, l’igiene e l’economia domestica, l’arte di governare la casa e di dirigere le industrie casalinghe e rurali, la morale pratica e i doveri e i diritti particolari della donna,