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Riguardo all’eleggibilità io credo che ben poche cariche pubbliche potrebbero essere efficacemente disimpegnate dalle donne, che, per le ragioni già dette, non debbono essere distratte dalle cure della famiglia. La vita pubblica appassiona, distrae dalle proprie occupazioni, ed è necessario che la donna non si allontani dalla sua casa, affinchè possa compiere la missione che la natura le ha assegnata. Del resto certi uffici pubblici, come quello di Deputato al Parlamento, sono assolutamente inadatti per lo donna. Perciò si dovrebbe consentire che occupasse soltanto quelle cariche che sono adatte alla sua natura e alla sua missione nella vita, come sono gli uffici elettivi a cui è stata chiamata per effetto della legge 4 giugno 1911 sull’Amministrazione scolastica Provinciale.
Intanto che cosa si fa per illuminare la donna e per metterla in guardia contro il pericolo a cui vogliono spingerla gl’interessati difensori dei voluti suoi diritti politici conculcati? Che cosa si contrappone all’opera insana di questi falsi apostoli del femminismo esagerato?
Nelle nostre grandi città vi sono associazioni che promuovono, in certi periodi dell’anno, delle dotte conferenze per l’istruzione e l’educazione della donna, le quali hanno alle volte il difetto di essere troppo elevate. Si promuovano anche conferenze, più utili, per l’igiene domestica, per l’allevamento dei bambini e per altri argomenti utili al governo della casa; e sa ne potrebbero far pure, da persone autorevoli, intorno alle famose rivendicazioni della donna per illuminarla, affinchè non sia traviata e spinta per una via pericolosa, che mena alla distruzione del suo prestigio mo-