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anche quando la donna non aveva, come oggi, la sua libertà personale, l’uomo ebbe per lei rispetto e protezione, riconobbe le virtù dell’animo di lei e ne subì l’influenza; ma quando egli, che è disposto a farsi vincere più dall’amore che dalla violenza, vedrà in lei la sua competitrice, sentirà rinascere in sè gl’istinti brutali dal maschio e combatterà per non farsi sopraffare. E nella lotta apparirà la debolezza fisica, l’inferiorità materiale e le squilibrio morale della donna, perchè, per quanti sforzi essa possa fare, non potrà giammai cambiare la sua costituzione organica, dipendente da leggi naturali immutabili. Sicchè se la donna si dedicasse a uffici e cariche essenzialmente maschili, la sua influenza sull’uomo, che è stata sempre grandissima, anzichè crescere, diminuirebbe e finirebbe. E allora in che cosa ella troverebbe più la sua forza, che ora dipende dalla virtù onesta e pura, che forma il suo giusto orgoglio?
Ecco a che cosa può condurre la propaganda partigiana per l’emancipazione della donna e per il suo avvenire chimerico di una completa uguaglianza materiale e morale rispetto all’uomo; ma una giusta partecipazione di lei alla vita pubblica con il diritto elettorale non sarebbe senza utilità per il bene sociale.
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Indipendentemente dalle agitazioni dei partiti politici per la concessione del voto elettorale alle donne, i quali hanno il fine di aumentare con esse le file dei loro seguaci, esistono serie organizzazioni di donne evolute e indipendenti, le quali reclamano il diritto elettorale,