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scuole ed eccitavano! genitori a non mandarvi i figli, oratori sacri che parlavano con disprezzo dell’Italia e dei fattori della sua unità politica; e ricordo sempre le parole con cui un sacerdote finì la sua predica sul trionfo del cattolicismo: «Fa’, o Signore, che al tuo santo Vicario sia restituito l’antico potere e che tutta l’Italia si ricoveri sotto le sue grandi ali».

Nientemeno si invocava pubblicamente la grazia divina pel ritorno del potere temporale del papa e per la distruzione dell’unità nazionale! Quest’intransigenza religiosa non è in armonia col sentimento patriottico che deve riscaldare il cuore di ogni cittadino. Se la religione non riconosce il progresso dei tempi e l’integrità della patria, se non rispetta la libertà di coscienza e di pensiero, che sono le maggiori conquiste morali della società moderna, se si appassiona pel dominio di questa terra, non può contribuire efficacemente all’educazione popolare, non può contribuire specialmente a quella, delicata e difficile, della donna, da cui molto dipende l’avvenire della patria e della società.

Molto nociva è poi all’educazione della donna la propaganda partigiana, che, illudendo le menti col miraggio di un’uguaglianza sociale irrealizzabile, propugna la così detta emancipazione della donna, quasi che questa fosse schiava dell’uomo, come una volta. Ma quali diritti civili e politici ha oggi tra noi la donna meno dell’uomo?

Riguardo ai diritti civili si può ora affermare che siano eguali a quelli dell’uomo, essendo stata ricono-