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Ponetevi, la domenica, vicino a una chiesa centrale all’ora di mezzodì, e guardate le signore che ne escono dopo aver ascoltata l’ultima messa. Molte hanno il libro delle orazioni in una mano e nell’altra relegante ventaglio, addosso la più ricca veste e in testa il cappellino più capriccioso, e si guardano di sottecchi l’un l’altra, per vedere se la propria persona possa emergere, distinguersi e attrarre gli sguardi altrui.

A quali riflessioni poco benevoli si presta questo difetto comune a tante donne, che fanno a gara per sfoggiare nel vestire e nell’abbligliarsi! A quanti commenti si presta la leggerezza femminile! La donna deve primeggiare non con lo sfoggio degli abiti, ma con le virtù dell’animo.

Che dire poi della vanità comune a quasi tutte le donne di seguire i capricci e le stranezze della moda? Il vestito più goffo si indossa, senza pensare se offende o no la decenza, quando la moda lo ha inventato, e con la stessa facilità s’indossano, in occasione di certe feste, perfino dalle signorine più giovani, abiti scollacciati, che mettono a nudo gran parte del seno e delle spalle, sol perchè la moda e l’etichetta lo permettono o lo prescrivono, siccome dicono gli eleganti.

Oh la moda e l’etichetta! Non sempre sono in armonia con la decenza e la morale, e rendono frivola e capricciosa la toletta delle signore. Non è la moda che consiglia le donne a incipriarsi o imbellettarsi il viso, a tingersi i capelli e a uscir di casa, recandosi pure a far visite, mascherate in tal modo? Non è la moda che ha inventato per le donne i giacchettini di stoffa trasparente, dei quali è comune l’uso nell’estate? E allora nella città s’incontrano facilmente per via e