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rola significante dell’uso) nei pubblici ritrovi per imitare le gesta delle più anziane del mestiere; pensate alle civetterie obbligatorie delle giovani o giovanette che si tengono nei negozi privati non per bisogno di servizio, ma per attrarre, adescare gli avventori e accrescere lo smercio delle mercanzie che si hanno in vendita, e ditemi se tutte queste cose provano il rispetto e la protezione che si deve alla donna e se giovano alla sana educazione di essa. Oggi vi sono uomini che adoperano le donne perfino nella distribuzione delle schede dei candidati politici o amministrativi davanti alle porte delle sale elettorali, affinchè influiscano coi loro sorrisi e colle loro moine sull’animo degli elettori.
Comprendo che questo non è che un espediente dei partiti, che ricorrono a tutti i mezzi per vincere gli avversarî. Ma è corretto, è onesto l’incaricare la donna di certi ufficî che, se non producono altro male, la distraggono dalle sue occupazioni e le guastano l’animo, facendole perdere il fiore soavissimo che dovrebbe adornarla sempre, il pudore, quel pudore che rende cara ogni donna, sia nubile o maritata, sia giovane o vecchia?
Bisogna pur aggiungere che anche le donne, generalmente parlando, fanno spesso delle cose che non conciliano loro il rispetto e la considerazione del sesso forte. Avete mai pensato a quella bramosìa di lusso (piaga della società e rovina di molte famiglie) che si nota anche in molte donne appartenenti alle classi operaie, e che le spinge ad imitare nella foggia del vestire le ricche signore? Avete pensato all amore intenso agli abbigliamenti e allo sfarzo che preoccupa l’animo di tante donne?...