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cui insegnano, andiamo subito all’idea della speculazione e del favoritismo, ma non pensiamo ai grandi benefizî educativi che apporta agli alunni il vivere da vicino coi propri maestri, che s’interessano della loro istruzione ed educazione, benefizi che rendono numerosi in Germania i convitti dei professori pei propri alunni.

Ma noi, Italiani, siamo tutt’altra gente dei Tedeschi e, molto impressionabili per natura, gridiamo facilmente allo scandalo, sospettando delle bassezze prima di averle accertate. E possibile che persone rispettabili, come gl’insegnanti delle scuole secondarie, giungano a macchiare la propria onorabilità concedendo immeritate promozioni ad alunni dell’istituto in cui insegnano, sol perchè questi convivono a pagamento in casa loro, ciò che può essere considerato come un favore reso, più che un mezzo di lecito guadagno? Non lo crederò, se non lo vedrò provato dall’evidenza dei fatti.

Intanto, se non siamo favorevoli ai convitti dei professori per gli alunni dell’istituto in cui insegnano, perchè poi veniamo a decantare tanto l’eccellenza dei Convitti inglesi, la cui vita s’avvicina a quella della famiglia? Ma ciò è possibile in Inghilterra, solo perchè gl’insegnanti hanno l’obbligo d’abitare nell’istituto, anche con la propria famiglia, se l’hanno, e di dividere completamente la vita degli allievi, pigliando parte perfino a loro giuochi.

Ora io credo, a proposito della riforma dei convitti annessi alle scuole normali femminili, che bisognerebbe almeno stabilire che la direzione di essi fosse a preferenza affidata alla direttrice o ad una delle migliori insegnanti della scuola, non aventi famiglia, e che