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ed educatrice della prole. Vi sono però convitti religiosi senza scuole private annesse, essendo le alunne iscritte alle pubbliche scuole, alle quali vengono accompagnate ogni giorno da una suora, e l’educazione data in essi è migliore, per l’opera educativa della scuola.

I convitti laici dànno poi, anche generalmente parlando, un’educazione più completa, non facendo difetto in essi, per le scuole primarie e secondarie annesse, nè l’istruzione letteraria e scientifica, nè la educazione patriottica e civile. Tali convitti non trascurano neppure l’educazione domestica, quella musicale, artistica e religiosa delle giovinette; ma si fa ad essi facilmente il rimprovero di dare un’educazione morale difettosa, forse perchè qualcuno non è stato ben diretto ed ha dato motivo a lamenti.

Quest’accusa vien fatta specialmente ai convitti annessi alle scuole normali, i quali, si dice, abituano le giovanette ad essere poco serie, onde v’è chi ne favorisce la chiusura. Eppure la diminuzione di tali convitti, che vanno a mano a mano scomparendo, mi sembra molto dannosa, non solo perchè qualche fatto o inconveniente isolato, non dava il diritto di generalizzare un’accusa molto grave, mentre vi sono molti convitti laici così ben diretti da non far sentire, per nessun motivo il bisogno di convitti religiosi; ma anche perchè vengono a mancare in alcune città importanti i convitti laici, che molti genitori ricercano per l’educazione delle loro figliuole.

Una volta il Governo s’interessava maggiormente dell’ordinamento dei convitti normali e desiderava che ogni scuola normale avesse il suo; ora, col regolamento