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educandati governativi. Ma tutti questi convitti femminili si possono distinguere in religiosi e laici per l’indirizzo che danno all’educazione, delle ragazze, o, meglio, secondo che sono diretti da donne, che appartengono o no a corporazioni religiose.

I convitti religiosi danno, generalmente parlando, e salvo le debite eccezioni, un’educazione incompleta, perchè, essendo affidati a donne che hanno vincoli di coscienza, risentono dell’educazione da esse ricevuta. Nelle scuole private annesse si dà una sufficiente coltura letteraria, ma non sempre una sufficiente coltura scientifica. Eppure essa, contenuta in giusti limiti, giova, come ho già detto, a fortificare l’animo della donna, la quale, per l’indole naturale arrendevole e per l’ambiente in cui vive, dà facile ascolto ad ogni sorta di pregiudizî.

Vi si insegnano il disegno, la musica, i lavori donneschi e l’economia domestica; ma non troppo la storia patria. Così viene a mancare l’educazione patriottica e civile, a cui la storia è base; perchè dal fatto storico emerge il dovere di amar la patria con disinteresse e il convincimento che l’onore e la grandezza di essa dipendono dall’ingegno, dalla virtù de’ suoi figli, i quali debbono saper consacrare al bene di essa quello proprio.

Vivendo in tali convitti, le giovinette ricevono buoni ammaestramenti per il governo della casa e molta istruzione religiosa; ma ciò nonostante l’educazione generale rimane incompleta, per l’insufficiente coltura scientifica accennata e per la mancanza di quella patriottica e civile, che è tanto indispensabile alla donna, per la missione che deve compiere di madre di famiglia