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IV.

L’educazione della donna in collegio


Danni dell’educazione dei collegi. — Necessità dei collegi per molte famiglie. — I convitti religiosi. — I convitti laici. — I convitti normali. — Riforme necessarie.


Tutti lo dicono e tutti Io scrivono: i convitti non sono adatti a dare una sana educazione.

La vita in comune, di molti fanciulli e giovanetti, genera il contagio dei vizi, avvezza alle monellerie, agl’intrighi, ai pettegolezzi, desta le basse passioni della gelosia e dell’invidia, e suscita l’arte vile d’infingere e simulare per evitare le punizioni, a cui si va facilmente incontro per la spensieratezza della vita giovanile e per la serietà della disciplina del convitto. La vita del collegio non prepara a quella della famiglia, anzi distrae da essa, perchè i giovanetti, vivendo nell’istituto, s’avvezzano a certe comodità che poi non trovano a casa propria, come, per esempio, ad avere puntualmente la colazione, a mangiare certi dati cibi, ad abituarsi a certe delicatezze e riguardi che influiscono sul carattere e che rendono poi poco caro l’ambiente ben diverso della famiglia, per la quale diminuiscono i santi affetti.