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Ma fra le pratiche principali di qualunque religione I ve n’è una che si può consigliare senza timore di pericoli: è la preghiera, con la quale la mente umana si rivolge a Dio e invoca il perdono dei peccati, col proposito di non commetterne più, e il dono della sua grazia. Quale cosa più confortante nei dolori della vita, di quella di rivolgersi all’Essere supremo, «che tutto vede e tutto sente» e d’impetrare il suo aiuto? Dopo la preghiera l’animo si sente sollevato, perchè cresce la speranza nella prossima fine delle proprie pene, e si prova, anzi, una vera fiducia nelle proprie forze per vincere con l’aiuto divino ogni sventura.

Il pensiero della bontà e giustizia di Dio è il più gran conforto nelle avversità della vita, perchè incoraggia a superarle, e niuna pratica religiosa migliore della preghiera è atta a tenerlo vivo alla mente. Ma i genitori che vogliono dare una più estesa istruzione religiosa alle loro figlie, possono far loro apprendere, oltre alle preghiere più semplici e più adatte, i comandamenti di Dio e i fatti educativi della vita di Gesù Cristo e delle sue principali parabole morali. Così l’istruzione e l’educazione religiosa della famiglia può dirsi per la donna cristiana sufficiente, anche senza avere carattere confessionale, perchè la mette in grado di praticare «negli atti, nelle parole e nei pensieri la grande morale insegnata da Gesù Cristo e dai sommi pensatori dell’umanità».

L’educazione della donna non sarà mai completa nella famiglia, se si trascurerà di sviluppare e rinvigorire le sue forze fisiche. Il lavoro casalingo pare a