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chezza con compagne di scuola o vicine di casa, le quali appartengano a famiglie da essi non bene conosciute o abbiano un cattivo modo di vivere e di pensare, o qualità riprovevoli, il cui contagio è certo pericoloso. È così noto il proverbio «dimmi con chi pratichi e ti dirò chi sei» che non vale la pena di illustrarlo; e le madri oculate fanno bene a informarsi di tutte le relazioni che contraggono le loro figliuole con compagne di scuola, di lavoro ecc.

È necessario pure che i genitori badino bene alla scelta delle persone di servizio. Per ragioni che tutti sanno, le domestiche cercano di accattivarsi l’animo delle padroncine e fanno loro dei discorsi segreti, che disturbano la mente, per spingerle a certi amoretti che corrompono l’animo, talvolta a segno da esserne difficile la guarigione.

Occhio continuo adunque a queste cattive influenze di persone estranee alla famiglia sull’educazione delle giovinette, e occhio particolare agli amoretti a cui ho accennato, i quali si devono vietare in modo assoluto, anche se vengono scusati col nome di innocenti passatempi. La giovinetta che dovrà abbandonare la casa paterna per giurar fede al compagno della sua vita, si slancerà nell’ignoto, compiendo l’atto più decisivo M della sua vita, dal quale dipenderà la sua felicità avvenire. Ebbene, curiamo che la sua determinazione per quest’atto solenne possa essere pienamente libera da qualunque passione già acquistata.

A rafforzare nella donna la virtù del sacrifizio, della quale sarà spesso chiamata a dar prova per compiere