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70 | Parte seconda. |
Ma in primo luogo dalla giusta interpretazione di tali versi risulta che il poeta non intese parlare della racchetta, ma di “una taschetta a maglie, in cui, per giuoco le fanciulle gittavano molte palle leggiere, e poi, fattele uscire in mucchio, ad una ad una le andavano con la mano ripigliando senza punto smovere le altre„1. Inoltre non si conosce come il giuoco della palla trigonale veniva eseguito: si sa solamente che le persone le quali vi prendevano parte erano tre: erano disposte ai tre vertici di un triangolo, e si faceva spesso nelle terme 2. Perciò, quantunque sembri che la racchetta fosse davvero nota agli antichi e se ne servissero gli adulti per dare e rimettere la palla3, non si può dire con certezza che la palla a corda derivi dalla trigonale.
È certo invece che il giuoco della palla a corda si faceva nel 500 in Italia e fuori e se ne hanno moltissime prove4.
Non è nemmeno sicuro che il Lawn Tennis, giuoco inglese corrispondente alla palla a corda, sia d’origine italiana. V'è tuttavia una grande somiglianza fra questi giuochi.
La palla a corda anticamente (an. 1356) si giocava con la palma della mano e si chiamava per questo: Lusus pilae cum palma (donde il suo nome francese di jeu de paume)5.
Nel 500 questo giuoco era fatto in luoghi assai costosi,
- ↑ V. Lanfranchi. Lexicon Poeticum. Torino, Paravia, 1890. Alla voce: reticulum.
- ↑ F. Lübker, Lessico antichità classica. Roma, Forzani, 1891. A. v: trigon.
- ↑ J. Facciolati, E. Forcellini, Lexicon totus lat. Patavii 1869. A. v: reticulum.
- ↑ Fra tutte emerge quella fornitaci dall’op. cit. dello Scaino il quale tratta diffusamente questo giuoco.
- ↑ E. Littré, Dict. de la langue française. Paris 1878. A. v: paume.