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CAPITOLO TERZO
MINESTRE ASCIUTTE, RISOTTO, GNOCCHI,
FARINATA ECC.
Prosperità umana sospetta e vana.
1. Maniera di preparare la sfoglia delle tagliatelle, dei taglierini, ecc. ecc. — Dove abbondano le galline, la farina delle tagliatelle s’intride quasi per intero colle ova, aggiungendovi tutto al più mezzo bicchiere scarso d’acqua tiepida o di brodo per sciogliere il sale. In certi paesi le ova sono un elemento di lusso e conviene abbondare coll’acqua. Per mezzo chilogrammo di farina potete prendere quindi due ova intere e l’acqua occorrente (la quantità del liquido non si può precisare perchè le qualità assorbenti della farina variano assai) onde ottenere un pastone piuttosto sodo.
Disponete prima di tutto la farina sulla spianatoia, raccogliendovela come un piccolo mucchio. Praticate in mezzo a questo mucchio una conchetta, che i cuochi chiamano fontana, mettetevi quattro buoni pizzichi di sale, versatevi l’acqua per scioglierlo, rompetevi quindi le ova e rimestate le dette cose mediante una forchetta, prima con una piccola parte della farina, poi col resto che aggiungerete a poco a poco finch’è tutta intrisa. Se il composto vi sembrasse troppo duro, spruzzatelo prudentemente con qualche goccia d’acqua (sono cose che solo la pratica può insegnarle); se v’apparisse invece un po’ molticcio, rimediate con la farina, raccogliete bene gl’ingredienti con un coltello prima di mettervi le mani, poi immergetevele (ben lavate) con coraggio, maneggiando la pasta con forza in tutti i sensi e facendola passare con destrezza sotto il palmo finché riesce liscia, elastica, omogenea.