scorge che non solo concorrevano i 4. dì Cipactli, etc. co’ 4. Indici degli anni Tochtli, etc.; ma che eziandio tenevano la medesima denominazione numerica provenuta dalla Triadecateride.
Or quanto degno di laude, e di stima sia l’ingegno de’ Mexicani, in inventando tal’artificioso, e regolatissimo circolo, potran giudicare coloro, i quali sanno quanto errore, in questa materia, presero quasi tutte le nazioni Orientali. Questa lode però non si deve a Mexicani d’oggidi, i quali certamente non sono nè Agronomi, nè Aritmetici; e colla loro ignoranza mi convincerebbono di mensogna: ma a quelli della Gentilità, come abbiamo ragionato di sopra, e al loro antichissimo Maestro Neptuin; siccome eruditamente va divisando D. Carlos de Siguenza, y Gongora, Cattedratico propietario, e professore di Matematica nell’Università di Mexico, nella sua Cyclographia; in cui si serve di luoghi della Sacra scrittura, di tradizioni degl’Indiani, di carte dipinte, e geroglifici singolarissimi, che erano stati serbati da D. Juan d’Alva, Signor del Catzicazgo, e di San Juan Teotihuacan. Costui le avea ereditate da’ suoi maggiori, che erano stati