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Del Gemelli. | 477 |
Se poi vorremo por mente al suo sito, ella sembra un bel Teatro, elevandosi a poco a poco sulle falde de’ vicini colli, che ha da Settentrione: se alle strade, sono ottimamente lastricate di viva pietra, e convenevolmente spaziose; se a’ palagi, et edificj pubblici, non spirano, che maestà; se alle Chiese, elleno sono quasi infinite, e tutte magnificamente ornate di oro, e di ottime dipinture: per tacer della vaga simmetria, ed architettura. Dall’altro canto non v’ha Città d’Europa, in cui sia tanta nobiltà di spirito, e di sangue; ed è difficile il comprendere se sia maggiore il numero de’ Letterati, o de’ Signori. Dalle sue scuole sono usciti tanti uomini illustri, che delle loro opere solamente potrebbesi fare una copiosissima, e perfetta libraria; se non regnasse una troppo gran negligenza (ma chi sa qual ne sia la cagione) di porre alla luce le virtuose fatiche degli eruditi.
S’aggiunge per cumulo di sue laudi, che anche le Provincie, soggette a sì gloriosa Metropoli fan produrre, ed han prodotto in ogni tempo scienziati uomini: e per tacer di Sallustio, nato in Amiterno, oggidì l’Aquila, di Ovidio in Sulmona, Ennio in Rudia, presso Lecce,
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