ed indi a quattro altre, cominciai a veder gli amici, che m’erano venuti all’incontro, per favorirmi. Eglino si furono principalmente, il Consigliere Amato Danio (soggetto de’ più dotti d’Europa, da cui la Toga non pretesa riceve ornamento), il Dottor Lorenzo Sandalari (fra gli Avvocati Napoletani ragguardevole), Giuseppe Castagnola, il Dottor Giovanni Antonio suo figlio, giovane di gran riuscita, D. Pietro Antonio Bartolotti Maestro di Cappella della Chiesa Arcivescovale, persona di candidissimi costumi; ed altri, che molti da sincero affetto, erano venuti, per rivedere in vita un’uomo, che potea dirsi venuto dall’altro Mondo. Finiti gli scambievoli, e cari abbracciamenti, ci ponemmo in carrozza; e fatte quattro altre miglia entrammo nella tanto desiderata Città di Napoli: e cosi compii in fine il Giro del Mondo, dopo cinque anni, cinque mesi, e 20. giorni; appunto il dì festivo di S. Francesco Saverio Apostolo dell’Indie, e protettore de’ viaggianti. E’ ben vero però, che per le ragioni, divisate nel principio della quinta parte, non contava io Mercordì 3. ma Giovedi 4. di Decembre 1698. e per conseguente 21. giorni sopra i cinque mesi.