m’accompagnai col procaccio, che partì la stessa Domenica, prima di mezzodì. Andammo sempre per monti, e colli, sterili di lor natura, ma renduti fecondi dall’industria Fiorentina, che fa capitale fin degli escrementi, per servirsene sul terreno. Passato il Castello di Barberino, dove in rimembranza di loro origine, tengono un podere i Signori Barberini di Roma; e fatte in tutto il dì 21. miglia, pernottammo in Poggibonzi, Terra murata.
Con cinque ore di notte ne partimmo il Lunedì 24. e fatte 14. miglia, al far del giorno fummo in Siena. Questa antichissima Città è più lunga, che larga, e posta in pendente; però con pochi, benche buoni edificj; essendo per la terza parte piena di orti, e vigne. Ella è abitata da una cospicua nobiltà, che in ogni tempo ha dato Cardinali, e talora Pontefici alla Chiesa. Il Duomo è coperto al di fuori tutto di marmi neri, e bianchi, con molte statue, ed intagli. Entrandosi per le sue porte si veggono tre belle, e spaziose navi, formate da 30. e più pilieri, incrustati di marmo bianco, e nero. Il pergamo è sostenuto da dodici colonne, e tutto dilicatamente lavorato all’intor-