po dell’Alcaldia di tal nome (appartenente al Marchese del Valle) che si stende sino al Casale di Amacusac. La Terra è ricca, perche abitata da molti mercanti, allettati dalla bontà del terreno. Preso alquanto di cibo, mi riposi in cammino; e dopo mezza lega, passato il picciol Casale di Taltenango, pervenni (fatta un’altra lega di faticosa strada) nella sommità della montagna di Cornavacca, dove è un Casale detto Guicilac. Gli abitanti fanno buon Pulcre; licore, che tolto da una pianta, detta Maghey, e fatto fermentare con certe erbe, diviene una bevanda, che inebbria come ii vino. Il dazio di questa bevanda rendea, tempo fa, alla Real Cassa di Mexico 100. mila pezze; però il Re la vietò, per le brutalità, che commettevano gl’Indiani ubbriachi. Io ne bevei, appunto come si trasse dalla pianta; e mi parve del sapore d’un’acqua Aloxa di Spagna: il colore era di siero, o d’acqua dibattuta con mele. Innoltratici quindi tre altre leghe, rimanemmo a pernottare in mezzo d’un’orrida montagna di pini; perocchè l’indiscreto padron delle mule, per non ispendere nell’abitato, faceva pascolare in campagna trenta mule, che portava: onde, per la debolez-