la porta principale, che conduceva agli appartamenti. Si truova primamente una lunga sala, dalla quale si passa a un altra simile, e quindi a una buona camera, da cui si scende agli appartamenti inferiori. Quivi si vede un bel cortile a modo di chiostro, con 52. picciole colonne di marmo, e all’intorno sette stanze alla Moresca, vagamente adorne di stucchi; in particolare merita d’esser riguardata una cupola, e una stanza, dove forse era il Trono Regale. L’opera mostra esser principiata da’ Mori, e terminata, e ristorata in parte dagli Spagnuoli.
Dalla seconda sala si passa, per una porta di ferro, prima in un piano, dove è una gran peschiera, con una statua, che butta acqua per varie parti; e poi scendesi a destra, per due scale in due quadri, circondati d’alti, e folti mirti. Sono quivi diverse statue, vestite del medesimo verde, e rappresentanti un coro di musici, con varj strumenti in mano. Nel suolo sono varj zampilli d’acqua, per bagnare all’impensata chi passa. Camminandosi avanti, sul medesimo piano, a destra si truovano due altri quadri di mirti, artificiosamente lavorati. Vassi quindi in un’altro luogo murato, in cui si veggono ot-