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18 | Giro del Mondo |
ta di Lexido; dove passai anche malamente la notte, a cagion delle zanzare. Il pane di formento è bandito da tai luoghi, perche gli abitanti mangiano Tortillas di Maiz, o grano d’India; che medesimamente si dà, come orzo, a’ cavalli, e mule. Lo bagnano prima con acqua, e poi lo macinano su d’una pietra, come il Cacao, per la cioccolata. Le Tortiglie, fatte di tal pasta, le arrostiscono poi su d’una padella di terra, a fuoco lento. Calde non sono affatto cattive; però fredde non mi dava l’animo di trangugiarle.
Ben mattino mi posi in istrada il Mercordì 20. e camminando per paese meno montuoso, pervenni, a fine di quattro leghe, nell’osteria, appellata de dos arroyos; dove mi riposai sino alle venti ore dell’oriuolo Italiano. Un’Indiano di questo luogo mi dette a mangiare una frutta silvestre (detta Scio chiaccos, cioè acida) rossa, e bianca, lunga come un dito, e del sapor delle ciriege. Entro v’erano alcuni granelli neri, come pepe. L’albero, che la produce, suol’essere alto dieci palmi; e le sue frondi sono ben lunghe.
Divenuta più fresca l’aria, facemmo altre quattro leghe, et andammo a pernottare in un luogo, detto de los Po-
zuolos. |