to dalle medesime; non potemmo, per lo vento contrario, valicarlo, nè anche il Giovedi 24. il Venerdi 25. e’l Sabato 26. che stemmo, senza poter dar passo. Prima di mezzo dì si scoperse una vela, che, chiamata con un tiro, fece saperci essere un petacchlo Inglese, che andava in Xamaicca; e ne confermò la notizia della pace. Stemmo il resto del dì fermi, come anche la Domenica 27. in altezza di 41. gr. Si andò la notte colla prora a Mezzo giorno, e’l Lunedì 28. altresì, facendoci indietro sino a 40.gr. e 51. m. Poi ci fermammo, senza innoltrarci passo, sino al Martedì 29. Morì un’altro marinajo il Mercordi 30. Il Giovedì primo di Maggio, per lo vento forte, si calò il Mastellero, o legno superiore dell’albero grande.
Il Venerdì 2. osservatosi il Sole, si conobbe, che andavamo di nuovo involontariamente nell’Indie, a cagion del vento contrario, mosso (come dicevano i Piloti) dall’ultimo quarto della Luna. Continuando più forte il Sabato 3. e non potendo tenerci fermi, andammo a discrezion del vento, colla prora ad Ostro-Garbino. Quel che pria fu vento impetuoso, divenne poscia una fiera tempesta; sicchè l’onde coprivano il galeone, e pas-