pulco; mi posi in cammino il Lunedi 18. quattr’ore dopo mezzo dì: e passata la Guardia suddetta, dopo esser montato, e sceso per altissimi monti, e fatte tre leghe; pervenni nell’osteria d’Attaxo, composta di cinque capanne, coperte di paglia, e circondate di palificate. Tutta la notte mi succhiò quivi il sangue una legione di zanzare.
Essendo rimaso in Acapulco, per alcuni suoi affari, il Padron delle tre mule; fu d’uopo, che l’aspettassi il Martedì 19. nell’istessa osteria, sino a mezzo dì. In sì cattivo luogo non potei aver, che pessima la fine del Carnasciale; perche l’Oste mi fece pagare, quanto quindici carlini di Napoli, una gallina, e quattro grani l’uno le uova. Il vicino bosco era pieno di cacciagione; onde per diporto vi andai uccidendo alcune ciaccialacche. Questo uccello è di color cenerognolo, di coda lunga, di grossezza poco men d’una gallina, e di non inferior sapore. Trovai, nel più folto del bosco, molti alberi di limoni bellissimi, e melaranci, che si perdevano, senza esser tolti da alcuno. Partitomi quindi, dopo tre leghe di strada, fra monti, e boschi copiosi di legno brasile; giunsi, sul tramontar del Sole, nell’osteria, o Ven-