stimata salutevole bevanda in quel clima secco, perche ella, dicono, che sia calda ed umida: ma dall’altro canto, oltre il non esser nutritiva, è insipida; ha un gran vizio, che provoca il vomito, e e toglie l’appetito. Si prepara ponendosi per mezza ora in acqua fresca, dentro un matte (ch’è una tassa, fatta di zucca, leggiadramente lavorata, e guernita d’argento); e poi mescolata quell’acqua con altra bollente, e zucchero, e separatene la polvere dell’erba, con un cucchiaro perforato, si beve: si pone poi sull’istessa erba più volte acqua, per servire a molti. Alcuni buttan via la prima acqua fresca, e postane altra, sopra quella versano la calda. Se ne consuma gran copia in tutto il Perù, stimandoli, ch’estingua maravigliosamente la sete. I villani ne prendono in acqua fresca, o pure masticano la fronde.
Il Mercordì 30. giunse il Tesoriere del Conte di Cañette, V. Re del Perù, per passare in Lima, e torre in prestanza da quei negozianti cento mila pezze, a nome del suo Signore; avendone questi d’uopo, per pagare i debiti contratti, in spendendo 300. mila pezze, per conseguire il Governo; e condurre nell’Indie la sua famiglia.