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268 | Giro del Mondo |
acqua dalle Cannoe; e per terra dalle legna, e pietre, che pioveano da’ tetti: nè i bergantini potean soccorrergli, impediti dalle travi, attraversate nel canale. Sacrificarono poi gl’Indiani tutti gli Spagnuoli prigionieri all’Idolo Huycilobos; il corpo gittando alle fiere; e riservando solamente le gambe, e braccia, per mangiarle col cilmole condimento piccante. Scorticavano la faccia, e la barba, per porsi quella pelle per maschera nelle festività.
Dopo tante notabili perdite, i soldati di Tlascala, Tescuco, ed altri luoghi si ritirarono timorosi alle loro case; onde i pochi Spagnuoli, rimasi soli, attesero a guardare i posti occupati, empiendosi da una compagnia i fossi di terra, e legna, e dall’altre standosi in arme, per difesa: mentre i bergantini a forza di remi, e di vele rompevano gl’impedimenti de’ canali. In questa maniera s’avanzarono tanto, a piede asciutto, malgrado de’ Mexicani, che tornarono i soldati di Tlascala, e Tescuco in ajuto dagli Spagnuoli.
Chiedea intanto Cortes sempre pace al Re; ma questi più feroce diveniva nella cominciata guera: onde quegli dimandò nuovi soccorsi alle Provincie amiche. Venuto il soccorso, e vedendo, che
il Re |