che Cortes, co’ compagni, era un fuggitivo; e ribelle del suo Rè; e che egli era venuto a carcerarlo, e liberar lui dalla prigionia, in cui si trovava. Cortes saputo ciò da Montesuma (il quale credea, che gli fusse ben noto) e consultatosi co’ suoi Capitani; scrisse al Nervaez, che per onor della Nazione, e servigio del Rè, non volesse far sì che la Città si rivoltasse, e si ponesse in libertà Montesuma: offerendogli in fine tutto il conquistato, con promessa di ritirarsi in un’altra Provincia. In vece di ascoltar quegli di buon’animo sì giuda proposizione, pose in ferri l’Auditore, che parlava a favor del vero; e quindi si avviò, col campo, in verso Mexico. A questa novella il Cortes, lasciato Pietro del Varado alla custodia di Montesuma, e del Forte, con alcuni soldati; si partì col resto delle sue genti ad iscontrarlo; cercando intanto ajuto a gli amici di Tlascala. Si disposero adunque alla difesa i soldati Spaguoli, che teneva, e 6000. e più Indiani, armati alcuni di lancia, per resistere meglio all’impeto della cavalleria nemica. Giunto Cortes a una lega da Sempal, col suo picciolo esercito; dato coraggio a’ suoi, passò, nel bujo della notte, un ruscello, che teneva