e quattro mesi di peregrinazione, e’l danajo necessario per lo viaggio. Ma il timore ne avea occiecato l’intelletto, sicchè non pensammo, a passar prima un di noi all’altra riva. In questo passo era prima una barca, per traggettare i viandanti; ma poi l’Alcalde, volendo punire, di non so qual fallo, il Mulato, che la teneva; glie la tolse, facendogli ordine penale, che non ricevesse, nè alloggiasse più passaggieri; ma gli mandasse per lo passo di Cotasta, dove egli aveva interesse: ed avendo risposto il Mulato, che facesse chiamargli, ed avvertire dagli abìtanti di detto Casale, ne fu maltrattato dall’ingordo Alcalde.
Andammo poscia per paese piano, e per un bosco, ben folto di certe palme, che faceano le frutta come noci verdi, pendenti da alcuni come grappoli. La polpa di dentro ha il sapor delle nostre mandorle. Passammo varj laghetti, e poco mancò non smarrissimo il sentiero, per l’altezza dell’erbe; tanto più, che non essendovi i barcajuoli, per passarne in Canoa, bisognò passare a guazzo, e ne bagnammo bene. Giugnemmo dopo quattro leghe in una massaria, detta d’Asperilla, dove le zanzare erano in grandissimo nu-