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gna a Mexico. Presso Mexicalsingo, le barche può dirsi, che precipitano, tanto è rapido il fiume.

Prima di nascere il Sole il Venerdì 11. mi posi a cavallo, con altri di compagnia; e dopo aver montata una lega di fangosa salita, prendemmo riposo nell’Osteria di Cordua; dalla quale entrati in una montagna, ch’era un continuato pineto, dopo quattro leghe, andammo a pernottare in Rio-frio; taverna porta in mezzo la montagna, dove si paga alla Guardia un reale per cavallo. L’oste aveva più sembianza di bandito, che d’altro.

A buon’ora il Sabato 12. ripigliammo il montuoso cammino; e venimmo dopo due leghe, e mezza nell’albergo di Tesmolucca. Quindi scesi in un’ameno piano, sparso di casette campereccie, a fine di tre leghe giugnemmo, prima di mezzo dì, nel picciol Casale di S. Martin. Dopo desinare volli andare in Tlascala, tre leghe distante, per vedere le reliquie di quell’antica Città, contro cui non valser giammai l’armi dell’Imperio Mexicano. Passati alcuni piani paludosi, e parte coperti d’acqua, presso la Città; valicai un fiume, dove ebbi a perdermi per la gran piena, e per l’oscurità della notte. Al-


bergai