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198 | Giro del Mondo |
ze d’otto. Il suolo n’era tutto coperto, poiche le lasciavano cader mature a terra, per raccorle. Ritornai il Mercordì 18. in casa.
CAPITOLO OTTAVO.
Delle Cù, o Piramidi di S. Juan Teotiguacan.
Rima di partire, mi parve bene dover vedere alcune anticaglie degl’Indiani, non guari discoste da Mexico; onde il Giovedi 19. postomi a cavallo, passai (traversando la lacuna di S. Christoval) in Acolman, o Aculma, Parrocchia de’ PP. Agostiniani; donde, preso alquanto di riposo, me n’andai al Casale di Teotiguacan (che significa in quella lingua, luogo di Dei, e di adorazione) sei leghe distante. Riposaimi la notte in casa di D. Pedro d’Alva, nipote di D. Juan d’Alva, discendente da’ Re di Tescuco. La mattina del Venerdi 20. m’accompagnò il medesimo, a farmi vedere le piramidi, una lega quindi lontane. Vedemmo in prima quella detta, della Luna, posta a Settentrione, due de’ lati della quale si trovarono 200. vare Spagnuole, che sono circa 650. palmi; gli altri due lati
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