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re i corpi, scaldati dalla fornace) cioccolata, e varietà di cose inzuccherate, anche per portarle a casa; particolarmente molte pastiglie. Sono queste rotonde, fatte di pasta di zucchero, con molt’odore, e con figure impresse sopra, a modo degli Agnus Dei di cera, che si dispensano in Roma. Costumano li Indiani darle colla cioccolata, e biscotti; non per mangiarsi, ma per portarsi a casa, offendendosi se taluno, ignorante del costume, le lascia. Se ne danno più, e meno, secondo la qualità del soggetto, però almeno vagliono un reale l’una.

La Domenica, ultimo del mese, dopo Vespro, vidi una curiosa cerimonia nell’Arcivescovado, chiamata della segna: tredici Canonici vestiti di lunghi mantelli neri, con capuccio, passarono dal Coro al Presbiterio, per mezzo lunghe inferriate. Ivi genuflessi, il Decano prese uno stendardo nero, con una Croce rossa in mezzo, che (cantate alcune preci, e versi della passione), cominciò a volgere ora a destra, per toccare colla punta l’ultimo de’ Canonici, ora verso l’altare; e poi a sinistra, per farla toccare dall’ultimo Canonico di quella parte, essendo egli in mezzo la fila. Ultimamente fece svento-

     Parte VI. G lare