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comprendono nella Parrocchia di Masbate; ch’è un’altra Isola maggiore a Mezzo giorno, e poco lungi da Ticao, ridotta all’ubbidienza degli Spagnuoli nel 1569. Dicono, che Masbate abbia 30. leghe di circuito, otto di larghezza, e lunghezza a proporzione. I suoi porti sono comodi, per farvi acqua qualsivoglia vascello. Vi abitano circa 250. famiglie Indiane, che pagano tributo in cera, sale, e zibetto. Quei, che stanno però nel monte, venuti da altre parti, sono molti. Vi sona così ricche miniere d’oro (di 22. carati) che il Contramestre del Galeone S. Giuseppe (sopra il quale io passai alla nuova Spagna) un giorno sceso dentro una di esse, in brieve tempo ne cavò fuori un’oncia, e una quarta d’oro finissimo. Non si lavora oggidì in queste miniere, per la poca applicazione degli Spagnuoli; i quali avendo ogni anno commessioni dalla nuova Spagna, d’impiegare le centinaja di migliaja di pezze d’otto, col profitto del dieci percento; poco si curano di buscar l’oro nelle miniere. Gl’Indiani poi quando hanno un piatto di riso, non pensano a sì prezioso metallo: e se talvolta se ne procacciano ne’ fiumi, ciò è, quando si veggono astretti dall’Esattore del


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