Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. V.djvu/325


Del Gemelli. 309

facea digiunare all’Armena; avendo bandito dalla mensa il vino, l’olio, e l’aceto; e si condendo il pesce in acqua schietta, e sale. Ne’ giorni di carne mi dava a mangiare Tassaxos frittos, che sono lunghi tagli di carne di vacca, o di bufolo, secchi al Sole, o al vento; che sono così duri che non ponno per alcun verso masticarsi, senza che sian prima battuti lungo tempo con un grosso legno (dal quale può dirsi, che poco differiscono); nè smaltirsi senza l’ajuto d’una purga. A mezzodì s’apprestava un’altro pezzo dell’istesso legno-carne bollito, senz’altro condimento, che quello della sua impetrita durezza, ed acqua schietta. Appresso mi tolse anche la consolazione di rompere un buon biscotto; perche non volle consumare più del suo particolare, ma poneva a tavola quello, che dava di porzione il Rè; in ogni boccone del quale s’inghiottivano molti vermicciuoli, e gorgoxi, quivi intatanati, e appiattati.

Ne’ giorni di magro l’ordinaria vivanda si era un pesce rancido, cotto in pura acqua, e sale: a mezzo dì si davano mongos, (legume simile a’ faggiolini) ne’ quali erano annidati tanti vermicciuoli, che sopranatavano nel brodo; e in tanta quantità,


V 3 che