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vano, e le buttavano per lo Galeone, o le davano a chiunque le chiedea. Avidamente elleno ingoiavano l’amo, ingannate da un pesce volante, fatto di cenci; che correndosi a vela, non ben poteasi distinguere dal vero, come appresso si dirà.

La Domenica 16. dopo celebrata Messa, vedcndosi soffiar Scirocco, s’andò per Greco quarta a Levante. Avea d’elevazione il Sole 25. gr. e 5. m.

Il Lunedì 17. con Ostro-Scirocco, si pose la prora per Greco-Levante. Il Martedì 18. si fece l’istesso cammino, quantunque spirasse Libeccio. Avemmo il medesimo dispiacere del dì antecedente, di non potere osservare l’altezza di Polo. Si presero quattro Tuberoni, e ad uno di essi apertosi il ventre, vi si trovarono sette Tuberoncini vivi. Ciò fu motivo di disputa fra i Padri Gesuiti, l’Agostiniano, e’l Domenicano: se questo pesce partoriva, o no. Alcuni scioccamente dicevano, che la madre gli avea inghiottiti (per poi vomitargli) a fine di salvar loro la vita; e che si creavano di uova prima partorite, e poscia conservate nell’apertura di sotto le mascelle: siccome si dice, che fanno altri pesci, particolarmente le


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