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286 Giro del Mondo

come per la velocità. Elleno sono fatte di due curvi tronchi d’alberi, cavati, e cuciti insieme con vexuco, o canna d’India. La loro lunghezza è di cinque in sei braccia; e perche la larghezza non eccede i quattro palmi, e di facile si volterebbe sossopra; vi aggiungono a’ lati altri pezzi di legno intero, i quali la tengono in equilibbrio: e quanto a’ passaggieri, come che appena è capace di tre marinai Indiani, vi fanno nel mezzo un tavolato, disteso dall’una, e l’altra parte sull’acqua; e quivi va la gente, che vuol far cammino. De’ tre marinaj suddetti, uno sta sempre nel mezzo, a tor via l’acqua, che infallibilmente entra per sopra, e per le commessure della barca: gli altri due se ne stanno, a darle moto, e reggerla, nelle due estremità. La vela è come quella, che noi chiamiamo Latina, fatta di stuoja, e lunga quanto è la barca; e perciò un vento in poppa, potendola far rivoltare facilmente, lo schifano quanto ponno. Di velocità non v’è alcuna sorte di barche, che possa agguagliarla; poiche fa dieci, e dodici miglia Italiane ad ora. Avendo a ritornare da qualche luogo, senza voltar la prora, si muta solamente la vela, e quella, ch’era poppa, divien prora; e colui,


ch’era