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prendono altri. Chi di essi spiana, chi sega, chi inchioda il legname, chi fa le gomene, chi attende a spalmare (ciò che si fa, quivi con olio di Cina, mescolato con calce) e la maggior parte nel monte taglia gli alberi; che denno essere molti, e ben grandi, acciò le navi possano resistere agl’impetuosi Mari, che hanno a passare. Oltre l’essere quella sorte di legno duro, e pesante, come pietra; fanno le tavole così grosse, e tanto foderate dentro, e fuori, che poco, o niun danno sentono dalle palle di cannone. A quel vascello, che combattè gli anni passati con 14. degli Olandesi, venuti per prender Cavite, si tolsero 90. palle, rimase nel legno, come in un muro di pietra dolce: e ciò fu, perche essendo dato in secco, bisognò, che combattesse sempre da un lato; non senza gran maraviglia de’ nemici.

Quanto alla capacità dell’Arsenale, egli è grandissimo, e buono, per farvisi qualsivoglia gran vascello. Nel 1694. vi fu terminato il famoso Galeone di San Giuseppe (altrove mentovato, per la sua disgrazia) ch’era maggiore, o almeno uguale, a quello de’ Portughesi, detto il Padre Eterno. Era lungo nel primo cordone (o come dicono gli Spagnuoli) di


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