za che essi vi si adoprino, incredibile copia di mele, e di cera. Elleno sono di molte spezie: quelle dette dagl’Indiani Pocoytan, sono maggiori dell’Europee; e fanno i loro favi (ben quattro palmi lunghi, e larghi a proporzione) sui rami d’alberi altissimi; e talora sette, e otto nel medesimo luogo, che, malgrado delle continue pioggie, pure si conservano interi. Quelle, che si dicono Liguan, sono grandi quanto l’Europee, e fanno i favi nella concavità de’ tronchi degli alberi. Altre picciole, come mosche, dette Locot, non hanno aculeo; ma fanno il mele acido, e la cera nera; e vanno in traccia del mele delle altre. Ve n’ha un’altra spezie, che si chiama Camomo, la quale, a simiglianza delle pocyotan, si alloga in alberi sublimi. S’aggiugne a ciò, che i tronchi de’ medesimi alberi distillano, in tutto l’anno, diverse gomme. Una più comune, chiamata dagli Spagnuoli Brea, serve di pece; le altre, quali hanno virtù medicinale, o servono di profumi odorosi, e quali per altri usi. L’abbondanza di esse è così grande, che gli alberi non solo, ma il terreno ne sta coperto; e vi ha pianta, che nel mese di Aprile, e Maggio ne dà eziandio delle frondi. Quindi, non senza ragione