e spezialmente dove giungono le onde del Mare. Il frutto sarebbe simile al dattilo; però giammai non giunge a maturità, perche gl’Indiani, appena spuntato il fiore, troncano il ramo (com’è detto di sopra) acciò, nel tronco di canna, sottopostovi, renda il licore. Accade alle volte, che uno di tai tronchi, capace di ben dieci caraffe Napoletane, in una notte si empie. Quando non si distilla, o non s’accomoda, nel modo di sopra narrato, (cioè colla scorza di calinga, simile alla cannella) diviene agro, come aceto. Le foglie di queste palme, tessute con sottili canne d’India, servono per coprir le case, a guisa di tegole, e durano sino a sei anni.
Si fa anche vino, aceto, e tuba di palme di Cocco; le quali oltreacciò sono di maggior utile, e importanza all’Isole, a cagion dell’olio, che se ne tragge; e che quando è fresco, è buono anche per mangiare. Si tira anche, dal midollo del medesimo cocco, un’acqua dolce, come zucchero; e un certo, come zucchero, formato dall’istessa acqua condensata. La prima scorza serve per corde, e miccie, e per calafatar le navi. L’altra scorza più interiore serve per far vasi, e per altri