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146 | Giro del Mondo |
te: chi ricusava, pagava l’equivalente del furto.
Punivano l’adulterio in danajo: e pagata la quantità d’oro convenuta, o determinata, per sentenza dagli Anziani; restava perdonato l’adultero, e l’offeso restituito nel suo onore; sicchè tornava a star con sua moglie. Però i figli adulterini non succedevano nella nobiltà del padre (come anche i nati dalle schiave) ed erano stimati plebei. I legittimi succedevano nella nobiltà; e di essi il primogenito nel Barangai, quando il Padre n’era Signore. In difetto del primo, succedevano, per ordine, il secondo, e’l terzo; quindi le femmine, e in fine i parenti più prossimi. Sì puniva anche per lo passato gravemente l’incesto.
Per armi offensive usano arco, e freccie; lancie, armate di serro, in varj modi, o pure con punta di legno, indurito al fuoco; pugnali larghi, a due tagli, ben fatti; e sarabattane, colle quali soglion tirare saette avvelenate, come quei di Borneo, o della Sammatra. Per difesa si servono d’una rotella di legno lunga, e stretta.
Sono queste Nazioni molto date alle sensualità; onde poche femmine si truovano, o maritate, o non maritate, che
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