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42 Giro del Mondo

ore solite dell’orazione. Restammo la sera nella Guardia, e Villa d’Uanfùcan.

Venerdì 2. passando per una Pagode tagliata in mezzo d’un’alta rocca, la cecità de’ Barcaroli brugiò alcune carte, e accese i lumi. Il Fiume era torto e la barca si tirava con una corda fatta di cannucce, onde il cammino si facea lentamente: e i Marinari ancora consumavan il tempo a far la loro cucina, travagliando nella medesima a vicenda; pcrcioche son sì ghiotti, che divoran due volte la roba, prima cruda, e poi mezza cotta; poiche uno se l’aggira nelle mani, l’altro le da un taglio: tal’uno la lava, et altri con l’occhio l’inghiottisce. Eglino fan all’alba il prima pasto, continuando ad ore gli altri, nè altro ch’il ventre è il loro Dio.

Pernottammo Sabato 3. presso la Guardia dì Pattù. Il caldo facevasi sentire, che l’accrescevano i Marinari co’ lumi, ch’ogni sera accendevan ad un pagodino, che stava dentro il mio camerino, per lo che tosto io gli ammorzai.

Domenica 4. prima di vespro giungemmo a Sciauceufù, Città cinta d’una debole muraglla di quattro miglia; e per le tre parti circondata dal fiume; ha buone botteghe, e case all’uso di Cina.


Lu-