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avendola sommersa, parte affogata, e parte presa. Uccise spezialmente quattro mila Tartari, e tagliare loro l’orecchie, naso, e capi, rimandò i busti a terra. Non potendo soffrire il Re questo affronto, ordinò, che tutti gli altri soldati fussero trucidati; perche o vincere, o gloriosamente morire per la patria dovevano.

Nel 1661. l’istesso Quesim, per terra, e mare, attaccò la Città, e’l Castello dell’Isola Formosa; ben guernita dagli Olandesi, che l’aveano tolta agli Spagnuoli. Dopo quattro mesi d’assedio, oppressi dalla fame gli assediati, e divenuti vani i soccorsi, la rendettero, con tutta l’Isola al Quesim, il quale vi stabilì la sedia del suo Dominio. Con tale acquisto, si rese sì superbo, e temerario; che ardì di mandare ambasceria, per lo P. Vittorio Riccio, Missionario Domenicano, al Governador di Manila, che gli pagasse un’annual tributo, altrimente avrebbe fatto un ponte di barche dall’Isola Formosa a Manila, per farne acquisto. Posesi in tal timore il Governadore, e la Città tutta, che tenutosi consiglio, per deliberare, qual risposta dar se gli dovesse; l’Arcivescovo fu di parere, che s’esponesse il San-

     Parte IV. Dd tissi-